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Filosofia del ritratto
Dall' epoche del dagherrotipo o delle stampe all' albumina, il
ritratto è considerato forse la forma migliore di espressione dell'
Arte per quanto chi la esegue vive sempre un momento di incertezza riguardo al risultato finale.
Almeno nella fotografia è innegabile che è più agevole riprendere un
bellissimo ma statico scenario naturale che realizzare un ritratto
di pregevole fattura e con un esegesi autentica.
Tutti i fotografi professionisti o dilettanti si sono misurati nella
ritrattistica. Chi ne ha creato uno stile, un credo, chi per amicizia
oppure per esplorare nuovi orizzonti della facoltà visiva e
addirittura per pura provocazione.
Anche il grande Maestro americano Ansel Adams, che fece del
paesaggismo un culto con un coinvolgimento emotivo e tecnico senza
precedenti, dedicò del tempo, fatica e idee alla ripresa del
genere umano.
La raffigurazione fotografica di una persona avvicina sensibilmente
l' intimità mettendo di fronte l' uno con l' altro. Un ritratto
apre sempre una porta, un luogo, una condizione. Magari per pochi
minuti, anche per uno scatto che viene definito " rubato " oppure
per una seduta intera in uno studio o in una location esterna a
scopo di pubblicità.
Il fotografo e il soggetto si ritrovano in simbiosi nei propri ruoli
ma oltre ciò ne rimane sempre un fondo di estraneità e quasi un
intrusione nell' appartenenza privata che tuttavia mai conosceremo appieno.
Da uno sguardo, da delle rughe, da un atteggiamento, da un
espressione del viso, da un sorriso, da delle vesti inusuali o in un
nudo in chiaroscuro si possono intuire alcune cose e non solamente
di apparenza estetica.
Storie, complessità caratteriali, lo scorrere
del tempo, segni mutevoli di impressioni e misteri.....
Nel secondo millennio con l' avvento della fotografia digitale
assieme ai suoi potenti applicativi di post produzione il
ritratto classico e tradizionale ha perso smalto, fantasia e forse
un po' di originalità. Talvolta
è anche esageratamente artefatto frutto di un cosmo dove non ci sono limiti
assoluti e nemmeno relativi.
Lo stesso " selfie " simbolo attuale di spensieratezza,
causalità ed eccessivo autocompiacimento o le immagini eseguite con
tecnologie di input sono
implicazioni
di una fotografia moderna che non hanno niente da condividere con il senso
artistico e con la ricerca dell' espressività.
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